CIA Agricoltori Italiani di Treviso

Ufficiale l’avvio di “Granaio Italia”. Un traguardo importante per il settore

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Ufficiale l’avvio di “Granaio Italia”. Un traguardo importante per il settore

CIA Agricoltori Italiani accoglie con soddisfazione l’avvio, dal primo luglio, di “Granaio Italia” con il registro telematico sulle giacenze dei cereali.Bene, quindi, che il governo abbia stretto i tempi per iniziare a riportare trasparenza sui mercati” dichiara Cristiano Fini, presidente CIA Agricoltori Italiani al termini del tavolo dedicato e riunito al Masaf dal sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra.

La tracciabilità dei grani italiani, sottolinea CIA Agricoltori Italiani, è da tempo tra le priorità della Confederazione, a partire dalla petizione nazionale “salva-grano”, arrivata a oltre 75 mila firme, messe nero su bianco sul documento consegnato alle istituzioni, anche in occasione della mobilitazione nazionale del 26 ottobre, per porre un freno concreto alla crisi del comparto, tra costi di produzione alle stelle e caro-prezzi.

“Granaio Italia rappresenta il riconoscimento del valore del settore, a salvaguardia dei cerealicoltori, a promozione del vero Made in Italy, a tutela della qualità per i consumatori. – evidenzia Salvatore Feletti, presidente CIA Agricoltori Italiani Treviso – “Ora è fondamentale che la tracciabilità non sia solo una responsabilità degli agricoltori, ma dell’intera filiera.”

L’Italia importa il 40% del fabbisogno di grano duro, il 65% di tenero e il 55% del mais. Eppure, nonostante la carenza di prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di prodotti 100% italiani, le quotazioni dei maggiori cereali sono sempre più mortificanti per gli agricoltori. Oggi, considerando le ultime quotazioni sul grano duro pari a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori di circa 30 quintali a ettaro, si arriva di fatto a una produzione lorda vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione di gran lunga superiori ai 1.400 euro a ettaro

VENETO: nel 2023 in aumento gli ettari coltivati a cereali autunno-vernini ma con rese si sono notevolmente ridotte a causa di un andamento climatico sfavorevole: frumento tenero (118.000 ha, +23,3%, con Treviso che registra la crescita relativa più alta con circa 11.900 ettari messi a coltura), grano duro (21.300 ha, +10,0%) e dell’orzo (26.150 ha, +21,5%). Annata invece positiva per le colture a semina primaverile: il mais da granella registra un rilevante aumento della produzione (1,4 milioni di tonnellate) grazie all’aumento delle rese (11,5 t/ha, +63,0%) che hanno controbilanciato il calo delle superfici coltivate (121.000 ettari, -15,5%), ma la riduzione dei prezzi (-26,0%) ha penalizzato tuttavia il fatturato della coltura.

Prossimo passo – ricorda CIA – l’introduzione di uno strumento di certificazione dei costi di produzione per definire, in modo chiaro, anche i termini di contrattazione. In gioco il nostro patrimonio cerealicolo, materia prima d’eccellenza per la pasta, simbolo del Made in Italy nel mondo con quasi 4 milioni di tonnellate di produzione nazionale annua e un fatturato sui 7 miliardi di euro.

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