CIA Agricoltori Italiani di Treviso

Tassazione catastale ampliata alle coltivazioni fuori suolo e alle attività di tutela ambientale

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Tassazione catastale ampliata alle coltivazioni fuori suolo e alle attività di tutela ambientale

Il 30 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare lo schema del Decreto Legislativo di revisione dell’IRPEF e dell’IRES. Il Decreto, che dovrà essere oggetto di analisi da parte delle competenti commissioni parlamentari, amplia la disciplina relativa alla determinazione del reddito agrario e dominicale, attualmente riservata alle “tradizionali” attività agricole di coltivazione, allevamento e silvicoltura, prevedendo la tassazione anche ad altre specifiche attività, quali le cosiddette “colture fuori suolo”. Inoltre sono prevede (modifiche art. 56-bis TUIR ) che per le attività dirette alla produzione di beni, anche immateriali, mediante coltivazione, allevamento, silvicoltura, che concorrono alla tutela dell’ambiente, nei limiti dei corrispettivi delle cessioni di beni registrate o soggette a registrazione a fini IVA, saranno ricomprese nel reddito agrario.

 

Secondo CIA Agricoltori Italiani questa è la novità più rilevante del Decreto Legislativo, a conferma degli orientamenti espressi dalla Legge Delega. Con queste disposizioni, spiega CIA, il legislatore vuole rivolgere una maggiore attenzione ai “più evoluti sistemi di coltivazione” e a quelle attività che concorrono alla tutela dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici, in linea con gli obiettivi imposti dal PNRR.  Di conseguenza, ai redditi prodotti da tali attività verrà applicata la tassazione catastale fino al raggiungimento di una determinata soglia, oltre la quale la tassazione avverrà su base forfettaria.

Si tratta di misure che, se confermate, riconosco il valore e la funzione plurale del settore agricolo, non solo nella sua veste di produttore ma anche in quella di custode dell’ambiente, impegnato in prima persona nella lotta ai cambiamenti climatici i cui primi effetti sono subìti proprio dagli agricoltori.” – afferma il presidente CIA Agricoltori italiani, Cristiano Fini – “C’è soddisfazione anche perché attraverso la previsione di un sistema di tassazione su base catastale si offre la possibilità agli agricoltori di sviluppare nuove attività correlate a quelle di coltivazione, che potranno assicurare integrazioni al proprio reddito e porre, quindi, le condizioni per una permanenza territoriale, a beneficio dell’intera collettività”.

Il Decreto Legislativo prevede la definizione di nuove classi catastali con l’attribuzione di rendite che tengano conto della diversa redditività delle nuove coltivazioni individuate e che potranno beneficiare di una tassazione su base catastale anche quando svolte in immobili diversi da quelli agricoli (categoria C o D) e determinati entro limiti precisi. In caso di utilizzo dei suddetti immobili per l’esercizio di attività agricola dovrà essere dichiarato il reddito dominicale e agrario corrispondete al “reddito di fabbricati” precedentemente individuato, salvo nell’ipotesi in cui tali fabbricati siano concessi in locazione.

Il Decreto inoltre definisce che i regimi di tassazione forfettaria dei redditi delle attività contemplate nell’articolo 56-bis, precedentemente riservati alle persone fisiche ed alle società semplici, saranno estesi anche alle Snc, Sas e Srl agricole che opteranno per la tassazione su base catastale ai sensi dell’art. 1, comma 1093, L. 296/2006.

 

Rammarica soltanto” -conclude Cristiano Fini, presidente CIA Agricoltori Italiani – “che la norma agevolativa, attesa soprattutto dai pensionati che continuano a svolgere l’attività agricola e avrebbe dovuto riservare a questa categoria le stesse condizioni previste per gli agricoltori professionali in materia di Irpef e Imu, non sia stata inserita nel testo del Decreto legislativo. Auspichiamo che il Governo recuperi questa mancanza e trovi modo di porre attenzione a una fascia di contribuenti che con la loro opera meritoria si prodigano per il bene della collettività”.

 

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